Cultura Biologica
Si viaggia parecchio per arrivare quassù, e si sale una curva dopo l’altra fino ad un ambiente selvaggio tutto boschi, piccoli prati e case in sasso.
Nel 1991 Emilio Placci piantò delle vigne che sembravano follia, a 600 metri, gomito a gomito con i castagneti su suoli poco profondi, sotto roccia e sopra marne e arenarie.
Il tempo ha dato ragione a lui e oggi i sangiovese de Il Pratello sono tra i più emozionanti e longevi di tutta la Romagna.
Sono vini di temperamento, profondi, mai sazi di tempo, minerali e terrosi, bocche selvagge e tannini fitti come i boschi di questo Appennino che già profuma di Toscana.
Emilio li vuole così e li aspetta con una pazienza d’altri tempi.
Altitudine
La collina è luogo ideale per la produzione di uve di qualità, abbinata alla possibilità della coltivazione biologica della vite, in quanto collocata in un territorio naturale, che non ha conosciuto negli ultimi decenni l’agricoltura intensiva o concimi e anticrittogamici, ma che ha visto lo sviluppo di flora e fauna tipiche della macchia mediterranea.
La geometria dei filari si colloca in un paesaggio di per sé bellissimo e caratteristico, dal timo serpillo ai fiordalisi, dal profumo dolce delle acacie ai ciliegi selvatici e poi il prugnolo, il corniolo e il sorbo, le rose canine con la loro delicatezza e l’esplosione rossa dei papaveri, dove tassi, scoiattoli, istrici e caprioli sono tornati ad abitare e sopra tutto il volo alto e solenne dei rapaci, e noi ospiti, nella meraviglia di un disegno grande, nel miracolo del succo dell’uva che da millenni si rinnova per il piacere e l’ebrezza, per l’illusione dell’eternità……
L’escursione termica che si realizza tra giorno e notte, regala al frutto della vite profumi intensi e persistenti che caratterizzano il vino prodotto.
Questa peculiarità, unita alla bassa produzione per ceppo offre la possibilità di ottenere vini di grande struttura e con un impronta “territoriale” molto marcata.